Ieri sono arrivato in tempo per vedere le barche a vela partire per una regata. C'era molto movimento in porto, anche lontano dal campo di gara, e sono riuscito a fotografare le tre barche a vela della nostra Marina.
Oggi si è svolta la parata delle Marine estere presenti al 27° TAN.
Dopo una breve sfilata lungo via Grande, le delegazioni sono arrivate in piazza del Municipio per una semplice cerimonia.
La banda della Marina ha suonato per tutto il tempo, per la gioia dei numerosi studenti delle scuole elementari cittadine.
Questa è un'immagine ufficiale scaricata dal sito del 27° TAN.
La goletta “Oloferne” appartiene all’associazione “La Nave di Carta”, fondata nel 1998 per promuovere e diffondere la cultura del mare e della vela come mezzo educativo per i giovani.
Il battello originale fu costruito a Messina nel 1944. Dopo una storia avventurosa e molti differenti proprietari, la barca è stata donata all'associazione in condizioni non certo ottimali. Nel 2006 è stata in pratica completamente ricostruita dentro l'arsenale della Marina di La Spezia dal maestro d'ascia Aurelio Martuscelli, con l'aiuto di diversi volontari.
La goletta “Oloferne” è attualmente sponsorizzata dalla “Biblioteca del Mare”, una collana di libri di argomento marittimo dell'editore Mursia.
Non sono capace di alzarmi presto, così quando sono arrivato al Porto Mediceo il “Trofeo Gaetano D'Alesio”, la prima gara remiera della stagione, era quasi finito. Sono riuscito a seguire l'ultima gara, quella con in gozzi a dieci remi.
Il gozzo del “Venezia” ha vinto la gara a cronometro.
I gozzi dei rioni “Salviano” e “Fabbricotti”.
I gozzi di “Ovo Sodo” e “San Jacopo”.
I gozzi di “San Marco - Pontino” e “Borgo Cappuccini”.
La gozzetta a quattro remi delle ragazze di “Salviano”.
Siamo ancora al “villaggio” del 27° TAN dove, sotto una delle grandi tende, sono in mostra decine di modelli navali di ogni tipo. Questo è il sommergibile “Platino”, costruito durante l'ultima guerra, in pratica l'unico sopravvissuto della sua classe.
La PT-109 è probabilmente uno dei battelli più famosi del mondo: il suo ultimo comandante è stato il Sottotenente di vascello John F. Kennedy. Il suo affondamento nei pressi delle isole Solomone e le successive azioni di Kennedy per salvare il suo equipaggio lo consacrarono come un eroe.
“Anteo” è un vecchio tipo di rimorchiatore, di uso piuttosto comune nei nostri porti fra le due guerre.
Il 27° TAN è iniziato lo scorso giovedì, ieri è piovuto tutto il giorno, così ho potuto fare la mia prima visita solo questo sabato. La nave scuola “Palinuro” è già arrivata, pronta a salpare per alcune piccole crociere di un giorno con allievi selezionati delle scuole superiori della zona.
Tre gioielli della Marina Militare, minori solo in stazza, sono ormeggiati vicino: “Orsa Maggiore”, “Corsaro II” e “Stella Polare”.
Ho avuto la sorpresa di ritrovare un vecchio amico a bordo di questo battello. Questa è una vecchia motovedetta della Guardia Costiera che è stata donata al nostro “Istituto Nautico”. Risistemata dagli allievi, è praticamente pronta ad andare in mare aperto, una nuova preziosa fonte di esperienza per la scuola.
Un palazzo in piazza Attias riflesso sul parabrezza posteriore di un'auto parcheggiata nelle vicinanze.
Lo stesso palazzo nella pozzanghera di un drenaggio intasato.
Una vaschetta di fiori molto colorati su una terrazza in via Borsi.
Sopra il muro e oltre, in viale Marconi.
Ancora in via Borsi, su un terrazzo vicino.
Sul lato occidentale di Piazza Cavour, l'altra parte dell'antica via degli Spalti prende il nome di via dell'Indipendenza e fu chiamata anche, per un breve periodo, via dei Santi Pietro e Paolo. Qui fu costruito, negli anni Trenta dell'Ottocento, il “Palazzo Uzielli” con le sue due caratteristiche torrette belvedere simmetriche.
Abbiamo già visto queste strane maniglie nel post “Serpenti”.
Un dettaglio del legno intagliato nella parte superiore del portone.
Stavolta la passeggiata inizia alla balaustra del Fosso Reale.
Giù nel canale, si preparano le barche per la buona stagione.
Un perla di saggezza: “Voldemort esiste!”, scritta sl muro.
In una vetrina, un delizioso fiore falso sullo sfondo di un vestito.
Una scritta di benvenuto all'entrata della scuola “Antonio Benci”.
In piazza Cavour”, di fronte al Palazzo Rosso, abbiamo il “Palazzo Santoponte”, costruito intorno al 1830 dall'architetto Giovan Battista Picchianti.
In quel periodo al primo piano di questo palazzo funzionava un laboratorio per la lavorazione del corallo, allora una fonte molto importante di ricchezza per i mercanti di Livorno. Il corallo era lavorato in grani e spedito a Londra su navi che avevano portato pepe in Italia.
Dai primi anni del XVI Secolo i diamanti erano la voce principale delle importazioni dall'India, mentre il corallo saliva al primo posto nelle esportazioni verso l'oriente, diventando per lungo tempo una merce essenziale nel commercio con l'India.
Il Mediterraneo occidentale era l'unica fonte per il corallo rosso, il tipo necessario per il mercato Indiano. Marsiglia, Livorno, Genova e Napoli erano i centri della pesca del corallo e della sua lavorazione… In India era utilizzato in gioielleria, per le cerimonie di cremazione e come simbolo di stato sociale.
L'importanza di Livorno come centro del commercio del corallo fu descritto da un mercante ebreo del posto, Abraham de Castro: per i pescatori è normale portare da tre a quattromila chili di corallo per barca ogni giorno dalle isole vicine a Livorno…
Abbiamo già visto la “Residenza Astoria”, ma in questo periodo dell'anno le sue aiuole sono più interessanti e piene di colore.
Non solo fiori, ma anche qualche frutto, come questi fichi d'India.
Diverse api indaffarate intorno a questi fiori, ma non sono riuscito a coglierne neanche una.
Sul lato est di Piazza Cavour troviamo via Maggi, in origine parte di una via degli Spalti che correva all'esterno delle antiche mura.
Nella via si trovano alcuni palazzi minori piuttosto interessanti, alcuni restaurati, altri bisognosi di qualche attenzione.
Prima di arrivare in piazza Cavour incontriamo piazza Giorgio Caproni, recentemente rinnovata.
Una scena de “La prima cosa bella”, il film di Paolo Virzì che si svolge quasi interamente a Livorno, è stata girata qui lo scorso maggio.
Uno specchio all'esterno di una farmacia, con il riflesso sfocato di un stemma religioso sulla facciata della chiesa di Santa Giulia.
Lo stesso specchio, con a fuoco il simbolo religioso.
